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La storia
La storia della famiglia Amari, di origina araba, è strettamente collegata alla storia del territorio. I primi documenti che riportano la presenza degli Amari in Sicilia risalgono al IX secolo quando gli arabi sbarcarono a Capo Granitola, vicino Mazara del Vallo e  a pochi chilometri da Selinunte. La stessa Castellamare del Golfo, vicino Erice e alla riserva naturale dello Zingaro, viene indicata nella antiche carte geografiche come X Amar, il castrum-l'accampamento della tribù Amar.

Michele Amari, grande arabista, senatore del regno e primo ministro della Pubblica Istruzione dopo l'Unità d'Italia, racconta nella Storia dei Musulmani in Sicilia e nel Dizionario arabo siculo come questi guerrieri combattessero con un ghepardo accovacciato sulla sella.

Lo stemma, una sirena al naturale sormontata da una stella d'oro, sottolinea ancora una volta l'origine araba della famiglia: le sirene infatti erano considerate, in araldica, come soggetti “mostruosi” lontano dal contesto del tempo e, dunque, per traslazione questo emblema venne adottato per indicare le famiglie convertite e che comunque venivano da terre lontane.

Gli Amari sono presenti a Castelvetrano almeno  dal XVI  secolo  come testimoniano numerosi documenti presenti negli archivi locali: un Filippo Amari  è stato  a capo del collegio dei gesuiti, nel XVII secolo un Michele Amari era capitano di giustizia ai tempi della visita di Goethe  a Castelvetrano, mentre suo nipote Don Domenico è stato sindaco di Castelvetrano ai tempi dei Borboni, prima dell'Unità d'Italia.