Il
Museo dell'olio e della civiltà contadina è stato realizzato all'interno di un edificio agricolo utilizzato in passato come frantoio. Tre stanze che ospitavano i "giornalieri", le persone che venivano a lavorare per brevi periodi in campagna, oggi sono state trasformate in uno spazio espositivo per raccontare come si viveva e si lavorava in una campagna siciliana fino al
terremoto del Belice del1968, un evento che ha modificato profondamente gli stili di vita e il paesaggio dei luoghi rurali.
In questo luogo, passato e presente si incontrano ed oggetti della vita quotidiana di un tempo si affiancano agli strumenti necessari per l'attività agricola,
all'olio DOP "Valle del Belice" e ai gadgets per promuovere il brand "Loconovo degli Amari".
Il museo è entrato a far parte della
Rete Museale e Naturale Belicina, nata dalla consapevolezza, che solo attraverso la creazione di una rete si possano superare i limiti, per una significativa valorizzazione del ricchissimo ed inestimabile patrimonio di cui siamo testimoni. L’idea è quella di operare per un museo del territorio del Belìce, che a partire dalle singole istituzioni, dia una lettura continua della storia, dell’arte, della cultura materiale, dell’architettura e del paesaggio e che ne consenta la conoscenza, conservazione e valorizzazione. Alla rete concorrono strutture con storie diverse, alcuni musei sono già ben strutturati e inseriti negli itinerari turistici, altri in fase di definizione perché di recente formazione.